AMNIOS PROJECT

Performance + Exhibition 2016

AMNIOS

videoperformance 2016

Nel video è ripercorso il processo di creazione legato alla madre terra, creatrice assoluta, e il processo di creazione legato alla figura dell'artista.

Nel cuore del progetto ampio di Amnios, legato alla performance, vi è una costante dualità del rapporto tra vita e morte. In questo video il legame si volge in un'unica direzione, dalla morte (come altra identità di energia vitale) alla vita. Guarda alla realtà verso una verità assoluta, verso la bellezza (intesa nel suo significato più ampio), la generazione non come nascita, ma come rinascita. Il processo inverso all'atto del cibarsi, come una madre che allatta al seno, che nutre attraverso il suo corpo, e dalla bocca, sede del soffio vitale, l'anima crea.

Il video nasce leggendo una poesia di Cécile Caulier e Jacques Lacome “Mon amie la Rose” eseguita musicalmente dall'artista Françoise Hardy, che parla di una bellissima rosa che in poco tempo sfiorisce e muore, il progetto nasce nell'intenzione di ridare vita a qualcosa che in principio era bellissimo.

AMNIOS

sculture 2016

tecnica: resina porcellanata, poliuretano espanso, canapa, pigmento oro

misure: grandezza naturale

Il progetto scultoreo mira ad una ricerca verso la scoperta più intima dell’universo femminile che in tema di “amnios” racconta l’evoluzione del cambiamento e dell’evoluzione adolescenziale del corpo femminile, della sfera mentale e carnale. Il bozzolo è il luogo in cui avviene il processo di quiescenza, quel momento carico di pathos, e avvolto in un’aurea misteriosa e affascinante.

 

Le due sculture raccontano due momenti successivi alla quiescenza: un autoritratto dell’artista – ispirato al busto della bellissima regina egiziana Nefertiti – con la bocca aperta, sede dell’anima, ne lascia intravedere la doratura interna, simbolo del sole e di luce; e una figura che esce lentamente dal suo bozzolo, svelata nel momento del riposo rispetto lo sforzo durante l’atto della rinascita.

scatti di Franco Noto

AMNIOS

disegni 2016

tecnica: grafite nera, pigmento bianco, pigmento oro, su tavola

misure: 40 x 300 cm (15 pezzi)

Una serie di quindici disegni raffiguranti una donna (autoritratto dell’artista) che mostra tra le mani elementi diversi, tutti aventi in comune la caratteristica di essere luogo atto ad accogliere l’elemento in cui si sviluppa la vita, o che ne simboleggiano l’identità.

È forte il legame diretto con la maternità, ma anche il contrasto tra vita e morte che risalta dagli elementi anatomici legati all’apparato scheletrico. Il teschio che evoca la morte, è la sede del cervello, sede a sua volta del pensiero; la cassa toracica che accoglie gli organi del respiro; il Nautilus simbolo marino in contrapposizione al bozzolo terreno.